doc Somebody save us
_ scritto il 11.05.2009 alle ore 14:10 _ 3253 letture
L'altro giorno stavo girando allegramente (si fa per dire) sul sito Italia dall'Estero, che reputo una eccellente fonte per avere un'opinione generale da parte di chi ha una visione un po' più distaccata di quello che succede nel nostro paese. Tra le altre cose, mi sono soffermato su un articolo in particolare che analizza la situazione dell'Italia e l'operato del nostro Governo (principalmente in chiave economica, trattandosi dell'Economist) in maniera interessante, almeno secondo me. Buona lettura.


Articolo tratto dall'Economist e tradotto da Italia dall'Estero

È un peccato che il Primo Ministro italiano non usi la sua forza politica per riformare il proprio paese

Questa testata non ha mai dato molto credito al Primo Ministro italiano. Nel 1994, durante il breve lasso di tempo in cui Berlusconi fu in carica come Presidente del Consiglio, abbiamo lanciato un appello affinché si dimettesse. Nel 2001, prima della sua seconda legislatura, abbiamo dichiarato che le sue frequenti schermaglie con la giustizia e il conflitto di interessi, dovuto al suo possedere la quasi totalità dei canali televisivi commerciali del paese, lo rendevano non adatto a governare il paese. Un anno fa, durante la sua campagna elettorale per essere rieletto Primo Ministro per una terza volta, abbiamo suggerito agli elettori italiani di puntare sul suo principale avversario, Walter Veltroni. Eppure Berlusconi col tempo si è rafforzato sempre più, anche se non si può dire lo stesso del suo paese.

Per essere il leader di uno stato in profonda recessione, il suo indice di popolarità è sorprendentemente alto. Un numero sufficiente di italiani sembrano perdonare, o per lo meno non badare alle sue innumerevoli gaffes - sia quelle ai talk show televisivi sia quelle ai vertici internazionali. Ha ricevuto elogi per la sua energica reazione dopo il terremoto de L'Aquila. Ha un saldo controllo sulla politica. Nella destra non ha rivali, nonostante compirà 73 anni a settembre. L'opposizione di centro-sinistra, che ha di recente scaricato Veltroni, sta facendo pochi progressi. Per farla breve, Berlusconi non è mai stato così potente - di certo, mai in modo così inquietante.

Non si tratta solo d'esser preoccupati per il potere d'una sola persona. Anche i problemi dell'Italia sono oggi più che mai allarmanti. In un contesto di crisi globale, le prestazioni dell'economia italiana sembrano migliori, ma solamente in quanto le altre economie sono crollate in maniera così repentina.

Il Fondo Monetario Internazionale (IMF) prevede che il PIL subirà quest'anno una contrazione del 4,4% , minore rispetto alla Germania ma più accentuata in confronto a Gran Bretagna, Francia e Spagna. Il tasso di disoccupazione è ancora al di sotto del 7%, ma ciò in parte riflette un terribile indice di produttività per persona. Difatti, l'Italia è il solo ricco paese del G7 in cui l'indice di produttività è calato negli ultimi dieci anni. Con i salari effettivi in crescita nonostante questa situazione, l'Italia sta diventando sempre meno in grado di competere con altri paesi dell'area euro come la Germania.

L'Italia ha disperatamente bisogno di riforme. Stando all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), il suo mercato interno è quello più regolamentato in Europa. Detiene uno dei peggiori indici di attuazione delle direttive dell'Unione Europee inerenti il mercato interno. Il suo mercato del lavoro è nettamente diviso tra coloro che godono di tutele e buoni stipendi e lavoratori temporanei senza garanzie - ragion per cui il tasso di disoccupazione fra i giovani è così alto. Gli standard educativi sono bassi, gli investimenti nella ricerca pochi. Lo stato delle finanze pubbliche rimane un disastro: nonostante il deficit nel bilancio, all'incirca il 5% del PIL, non sia più cosa eccezionale, il debito pubblico salirà oltre la soglia del 120% del PIL nei prossimi due anni.

Un'opportunità per il Cavaliere

Questa dovrebbe essere un'opportunità d'oro per Berlusconi. Di sicuro non può sperare di essere rieletto Primo Ministro nuovamente nel 2013. Se egli vuole davvero riformare l'Italia, è questo il momento. Il suo governo, che celebra il suo primo anniversario la settimana prossima, ha fatto qualcosa di buono. Ha contribuito a porre rimedio alla crisi dei rifiuti a Napoli. Sta dando una scossa alla pubblica amministrazione e al sistema scolastico. Ha addirittura avviato una riforma della Giustizia, nonostante in questo campo più che altrove le motivazioni del Primo Ministro siano sospette.
Eppure il quadro d'insieme suggerisce che Berlusconi non è né un riformatore liberale né un sincero sostenitore della competizione, ma piuttosto un uomo d'affari che è entrato in politica principalmente per salvaguardare i propri affari, non certo per supportare la causa dell'economia italiana in generale.

L'Italia ha un enorme potenziale. Il debito pubblico è sì alto, ma quello privato è basso. Le banche sono esposte all'est Europa, ma finora nessuna di esse ha dovuto essere salvata. L'inversione di tendenza della Fiat, che ora potrebbe rilevare il gruppo Chrysler, è stata notevole.
Le piccole aziende votate all'export nel Nord hanno dato prova di ammirevole agilità. Se solo Berlusconi facesse di più per allentare i vincoli che gravano sugli imprenditori del paese, i risultati potrebbero essere sensazionali. Ma gli italiani dovranno probabilmente attendere di essersi sbarazzati di lui, prima che tutto questo accada.

Darsch
_ chiavi di lettura:crisi, governo, economia

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