doc [Campagna "Al di là delle Ombre"] Sessione 9
_ scritto il 12.12.2005 alle ore 21:00 _ 3465 letture
Quello che segue è tratto da diari e appunti degli altri partecipanti alla sessione gdr.


Dal diario di John

Un brivido mi era corso lungo la schiena quando dagli altoparlanti della grande sala sotterranea avevo udito quella voce femminile pronunciare il mio nome… DEMBO… quanto tempo era passato dall'ultima volta che mi avevano chiamato in quel modo?

L'ultima persona che lo aveva fatto era stata la guardia che mi aveva restituito i miei quattro stracci e che mi aveva accompagnato fuori da quel duro carcere che è San Quintino. Adesso, quella troia era riuscita a risalire al mio passato. Poco male pensai. Messo fine a questa storia mi sarei costruito nuovamente un'altra vita e un'altra identità. Ma ora non c'era tempo per pensare al passato. La polizia stava arrivando. Le fotografie che qualcuno ci aveva scattato ci inchiodavano inevitabilmente, anche se per me faceva poca differenza considerando la fedina penale che mi portavo dietro. Io, Ashley e Yoshimune ci trovavamo in un vicolo cieco ma sapevo che tutti e tre avremmo venduto cara la pelle. Sapevo che potevo contare sia su Ashley che sul giapponese; il primo era un tipo tosto, si sarebbe lasciato torturare pur di non tradire un compagno, il secondo era un po' piu misterioso ma sapeva usare bene la testa, almeno quanto la sua katana, e capiva bene che non c'erano altre strade da seguire.

Entrai in azione e decisi subito di piazzare una carica di plastico dietro la porta d'accesso in modo che sarebbe esplosa non appena quest'ultima fosse stata aperta. Ora, 10 metri di parete da scalare e un vetro antiproiettile ci separavano dalla stanza riservata agli interpreti. Bisognava muoversi in fretta per raggiungerla al più presto.

Piazzando del plastico sul rampino di Ashley faccio esplodere la vetrata in mille pezzi. Inizio la difficile scalata mentre sento che ormai la polizia ha raggiunto la fabbrica. Con un po' di fortuna riesco a raggiungere la stanza superiore. Calo una corda lungo la parete in modo che Yoshy e Ashley mi possano raggiungere. I poliziotti si stanno avvicinando velocemente lungo il corridoio che conduce all'aula magna. "Salvo!" sento dirgli... pochi secondi e odo di nuovo "Salvo!"... Si stanno avvicinando velocemente. Yoshy è accanto a me e ad Ashley mancano pochi sforzi per raggiungermi. Bene penso. Tra poco quei bastardi sentiranno di che pasta sono fatto. Passano pochi secondi quando il plastico esplode violentemente creando un frastuono assordante. Pochi attimi e il rombo lascia il posto solo al silenzio... e a schegge di legno e vetri in framtumi sparsi su tutto il pavimento.

E' giunta l'ora di far visita alla troia, e portarle i miei saluti.




Dal diario di Ashley

Stiamo tornando verso casa di Yoshi quando, fermi ad un semaforo, notiamo in un bar il nano amico di Rudi che sta parlando con un tipo distinto e ben vestito. Ci stupisce di rincontrare sto tipo e decidiamo di approfondire. Ci fermiamo dalla parte opposta della strada e teniamo d'occhio il bar. Dopo poco sembra che il nano ci abbia notato, allora decido di spostarmi un po' piu avanti. Passa poco ed il tipo distinto esce dal locale e si incammina lungo la strada. John scende al volo dalla macchina e decide di seguirlo. Io e Yoshi entriamo nel bar per parlare con il nano. Lui e seduto al bancone e parlotta con il barista. Proviamo ad attaccare bottone con il nano, ma lui non ci rivolge proprio la parola; paga il conto e girando intorno al bancone si infila in una porta. Provo ad andargli dietro ma il barista mi ferma e mi dice che quella e zona privata e non posso andare. Allora usciamo dal bar e giriamo sul retro, dove troviamo la porta secondaria. Proviamo ad entrare e la porta e aperta. Mi infilo dentro: ci sono delle scale che salgono fino ad un pianerottolo, poi ci sono altre scale che scendono. Torno indietro e chiamo Yoshi. Ripercorriamo tutte le scale e scopriamo che finiscono alla porta dove era scappato il nano. Decidiamo di tornare in strada, ma quando arriviamo alla porta sul retro scopriamo che e chiusa a chiave. Siamo caduti in trappola! Provo a rompere la porta a spallate, ma e maledettamente robusta. Nel frattempo sentiamo dei passi che si avvicinano. Ci risiamo si balla ancora. Saliamo di corsa le scale ed in cima troviamo tre tizi che sono molto arrabbiati con noi. Iniziamo la lotta: loro pensano di farci fuori subito, ma hanno fatto male i conti e cosi nonostante qualche ammaccatura li mettiamo presto ko. Yoshi ne fa rinvenire uno per interrogarlo. Il tipo non dice molto, a parte che il nano e il padrone del locale, che si chiama Mongo e che gli ha ordinato di ucciderci. Riusciamo anche a farci dire dove abita. Dopo averlo rimesso a dormire scendiamo a parlare con il barista. Il barista impallidisce quando ci vede e balbetta solo frasi sconnesse; poi pero prova a fare il furbo e mette una mano sotto il bancone; noi lo minacciamo e poi usciamo dal locale. Intanto arriva John che si e perso il tipo distinto. Decidiamo di andare a casa del nano; ma quel bastardo ci ha dato un indirizzo che non esiste. Cosi torniamo al bar ed entriamo dalla porta sul retro. Ci avviciniamo alla porta che da nel locale e sentiamo delle voci agitate. Qualcuno sta accusando altri di aver fallito. Poi sentiamo il rumore di alcuni spari con il silenziatore. Esco al volo e mi affaccio nella strada principale. Una macchina schizza via al volo: e la stessa dove si era infilata Anna Wilson davanti al centro commerciale oggi pomeriggio. Nel bar troviamo il nano ed il barista morti. Pensavano di farci fuori ed invece ci hanno rimesso loro la pelle. Questa gente sta imparando che siamo ossi duri e che non riusciranno facilmente a metterci a tacere. Sui documenti del nano vediamo che si chiama Ryan Montgomeri e troviamo il vero indirizzo di casa. Andiamo ad indagare, ma a casa del nano non c'e nulla di interessante a parte soldi e droga. Facciamo il punto della situazione e decidiamo di andare a dare un'occhiata alla fabbrica dove lavorava Parker. Quando arriviamo sul posto sono ormai le tre di notte passate. Sembra tutto deserto ed abbandonato. Rompiamo il lucchetto ed entriamo. Tutto sembra abbandonato da diverso tempo. La porta di accesso allo stabilimento invece sembra piu usata. Cominciamo a sentire puzza di bruciato. Entriamo e troviamo un hangar con diversi macchinari coperti o imballati. Negli uffici sono stati portati via i computer. Proviamo a leggere i libri contabili e sembra che l'attivita si sia fermata un mese fa. La cosa che ci stupisce pero e che il fatturato della fabbrica non giustifica un impianto cosi grande. In alcuni punti troviamo tracce di passaggio recente. Andando avanti troviamo un corridoio con neon nuovi che termina davanti ad una porta. John disabilita i sistemi di sicurezza e la apre. E' un ascensore. Entriamo e premiamo l'unico pulsante disponibile. Mentre l'ascensore scende il mio sesto senso mi dice che ci stiamo infilando in una situazione poco piacevole. Quando si riaprono le porte ci troviamo davanti ad un corridoio identico a quello di sopra. Il corridoio finisce con una porta. Dietro la porta c'e un altro corridoio ed un'altra porta,e cosi di seguito per 4 o 5 volte. Alla fine arriviamo in una grande sala tipo congressi con il soffitto a cupola altissimo. Al centro della sala c'e una grande scrivania con dei fogli sopra. Guardando scopriamo che sono fotografie che ci riguardano. Le immagini ci ritraggono in momenti "caldi", relativi ad omicidi delle persone che abbiamo incontrato. Con queste foto siamo incastrati. Mentre siamo li che guardiamo le foto una voce femminile all'interfono ci da il benvenuto. Mentre continua a parlare sentiamo il suono delle sirene della polizia. Ci risiamo, stavolta provano a riprenderci con la polizia. In fretta cerchiamo una via di uscita. John piazza del plastico sulla porta di accesso alla sala. Notiamo che lungo la parete a circa 10 metri di altezza c'e un gabbiotto per i traduttori chiuso da un vetro. John spara e riesce a forare il vetro. Io provo ad arrampicarmi ma non ci riesco. John allora attacca del plastico al mio rampino e lo spara addosso al vetro che va in mille pezzi. Si arrampica e poi ci cala la corda con la quale saliamo io e Yoshi. Quasi immediatamente la polizia fa irruzione nei corridoi e arrivata alla porta della sala fa esplodere il plastico.

Darsch
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