doc Una democrazia debole
_ scritto il 31.08.2009 alle ore 15:24 _ 3580 letture
Riporto parte di un intervento di Di Pietro perché ne condivido pienamente le perlplessità e i dubbi circa l'attuale situazione governativa italiana.


dal blog di Antonio Di Pietro

Con il ritardo che contraddistingue un certo tipo di opposizione, quella delle piume per intenderci, finalmente l'Italia sembra aver capito chi ha portato alla Presidenza del Consiglio. Ora che lo squalo ha fatto incetta della libera informazione, riducendola a brandelli, si accinge a sbranare i pesci più grossi che si ritenevano al sicuro.

Rai, Repubblica, The Guardian, Avvenire, El Pais, Videocracy, "Biutiful Countri" ma anche blogger, contestatori di piazza, giornalisti e presentatori, ogni volta che osano contestare la propaganda di governo, vengono fatti oggetto di repressione. Per farlo questa maggioranza utilizza tutti i mezzi messi a disposizione dalle istituzioni: forze dell'ordine, moniti alla platea di Confindustria, interruzione di finanziamenti pubblici, televisioni di Stato e parlamentari avvocati.

Non riesco neanche più a comprendere chi voglia al governo Silvio Berlusconi se non una manciata di parlamentari che temono per la loro pensione, una falange sudista alla guida di Miccichè, che lo tiene sotto scacco con il Partito del Sud, i lettori dei giornali di famiglia e qualche signora sintonizzata su Rete4, innamorata di Emilio Fede. Tolto questo folto, ma sparuto, gruppo di interessati fan, il Vaticano ed i cattolici prendono le distanze dalle festicciole rosse, il mondo degli industriali chiede continuamente interventi che non arrivano, la scuola e l'istruzione agonizzano devastate dai licenziamenti, gli operai sono da tempo senza lavoro e senza casa, gli investitori internazionali sono tutti fuggiti dal Belpaese. I vari Primi ministri lo schivano per evitare gaffe anche per uno scatto fotografico e, da ultimo, il Financial Times gli dedica una prima pagina di denigrazione, segnale che ritengo particolarmente significativo poiché indica una sola cosa: anche il mondo della finanza ha scaricato l'Italia.

Non ricordo una Presidenza del Consiglio più devastante di questa, e mai avrei immaginato che l'Italia cadesse così in basso senza accorgersene.

L'Italia è isolata e schiacciata tra Paesi con derive dittatoriali, ai quali inviamo le Frecce tricolori per real politik, dicono, e potenze economiche in forte sviluppo da cui siamo emarginati per gli scandali e le pessime scelte politiche del governo.

Comincio a pensare che se un Paese che vuole togliersi di torno un Presidente del Consiglio, con un consenso di poco superiore al 15% sul totale della popolazione con diritto al voto come ci dicono gli ultimi risultati delle europee, non è in grado di farlo attraverso le proprie leggi, allora è la democrazia ad essere debole e gli strumenti costituzionali di difesa sono lacunosi. Forse è il caso di pensare a nuovi meccanismi che, più che proteggere le istituzioni, penso all'immunità parlamentare o il lodo Alfano, proteggano i cittadini da quest'ultime.
[...]



Mi chiedo anche io se siamo noi a non saper utilizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione, o se sono questi ultimi ad essere poco solidi.
Darsch
_ chiavi di lettura:governo, informazione, democrazia, economia

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