Per il ministero della Salute, il M5S sul morbillo dice sciocchezze

I deputati M5S avevano chiesto al ministero di non creare "panico" sull'alto numero di casi di morbillo, ma hanno interpretato male i dati dello stesso ministero

(SABAH ARAR/AFP/Getty Images)
(SABAH ARAR/AFP/Getty Images)

Il ministero della Salute ha pubblicato sabato 18 marzo alcune precisazioni sulla diffusione del morbillo in Italia, in risposta alle affermazioni di alcuni deputati del Movimento 5 Stelle che avevano chiesto allo stesso ministero di non creare una “situazione di panico” per il numero più alto della media di contagi nei primi due mesi di quest’anno (tre volte tanto rispetto allo stesso periodo del 2016). La settimana scorsa il ministero della Salute aveva definito “preoccupante” l’aumento dei casi di morbillo in Italia, spiegando che era legato alla marcata diminuzione delle vaccinazioni.

I deputati del M5S in commissione Affari Sociali e il presidente del loro gruppo alla Camera, Andrea Cecconi, avevano diffuso un breve comunicato in risposta a quello del ministero, chiedendo al ministro Beatrice Lorenzin di escludere “prima che si ingeneri una situazione di panico, che i casi che stanno avvenendo in questi giorni siano discordanti rispetto al ciclo dei picchi di questa malattia. Questo al fine di meglio circostanziare la situazione di allarme che si sta venendo a determinare e che la stessa Lorenzin non sta contribuendo a circoscrivere”. I parlamentari M5S citavano pubblicazioni diffuse in precedenza dal ministero della Salute, nelle quali si spiegava che il morbillo presenta “picchi epidemici ogni 3-4 anni”.

Sabato il ministero della Salute ha risposto con una serie di precisazioni affidate a Ranieri Guerra, un medico che da molti anni si occupa di igiene e sanità con incarichi presso le più importanti istituzioni sanitarie compresa l’OMS, e attualmente direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute: i picchi e i cicli non sono inesorabili e si spiegano proprio col calo del numero delle persone vaccinate.

L’andamento del morbillo nella popolazione con copertura vaccinale insufficiente a fermarne la trasmissione, come accade purtroppo in Italia (e per questo l’OMS ci tiene sotto osservazione da due anni) è infatti a cicli, determinati dall’accumularsi di un numero sufficiente di soggetti non immunizzati e quindi suscettibili. Quando questo numero diventa abbastanza elevato da permettere la circolazione del virus, il contagio si espande finché non viene circoscritto dalle barriere immunitarie di coloro che sono stati vaccinati. È una questione di semplice modellistica basata sull’elevata capacità di infezione del virus da un lato e dallo stato immunitario della popolazione dall’altro. La soglia di copertura del 95 per cento è appunto il limite di equilibrio che impedisce la diffusione del virus. Dire che è normale che si generino epidemie di morbillo in cicli pluriennali è una sciocchezza. Nessuna epidemia dovrebbe manifestarsi al raggiungimento delle soglie di copertura indicate dal piano nazionale. Quanto sta accadendo è dovuto all’abbassamento delle stesse. Non c’è che un modo per prevenirle, ed è vaccinarsi tutti.