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Fermenti lattici: fanno davvero miracoli?

01 febbraio 2022
probiotici

I fermenti lattici, detti comunemente probiotici, ormai si trovano ovunque, dalla farmacia al supermercato: ma c’è differenza tra Actimel e Activia, Enterogermina e Codex? Hanno effetti diversi? E soprattutto, funzionano?

I fermenti lattici sono campioni di promesse: favoriscono il benessere dell’intestino e aiutano il sistema immunitario. E in commercio si presentano nelle più svariate forme: latti fermentati, integratori e farmaci da banco. Ma che differenza c’è tra fermenti lattici venduti in farmacia e quelli al supermercato? E soprattutto, funzionano davvero?

Che cosa sono i fermenti lattici?

I fermenti lattici, detti comunemente probiotici, sono particolari batteri o lieviti, innocui per l’uomo, in grado di superare indenni la barriera acida dello stomaco e arrivare vitali nell’intestino, dove si pensa possano arricchire (anche se temporaneamente) la flora intestinale e supportarla nelle sue svariate funzioni.

Latti fermentati, integratori e farmaci da banco

In commercio si trovano come:

  • latti fermentati, come Actimel, LC1, Activia e Yakult, in flaconi o in vasetti. Al contrario degli yogurt, i latti fermentati contengono batteri probiotici (per esempio, Activia contiene il famoso Bifidus actiregularis);
  • integratori alimentari, come Dicoflor, Lacoflorene, Florvis o Enterogermina Viaggi, si presentano in forma di capsule, bustine o fiale, per assomigliare ai farmaci;
  • farmaci da banco, come la famosa Enterogermina o Codex, acquistabili senza ricetta. Si distinguono da latti e integratori solo per il diverso inquadramento legislativo: i microrganismi e dosaggi possono benissimo essere gli stessi.

Lo yogurt, invece, non contiene organismi probiotici. I suoi batteri (Streptococcus thermophilus e Lactobacillus bulgaricus) non resistono all’azione dei succhi gastrici e muoiono prima di arrivare all’intestino.

Farmacia o supermercato?

Non c’è differenza tra latti fermentati, integratori e farmaci: possono contenere gli stessi microrganismi e agli stessi dosaggi. Che si trovino in bottiglietta, in bustine o in capsule, non c’è differenza in termini di qualità o di efficacia. Dunque, non conta neanche il canale di vendita: si tratta solo di una scelta di mercato del produttore. Dalle nostre analisi risulta che i fermenti lattici venduti in farmacia non sono migliori di quelli venduti al supermercato: non hanno concentrazioni più corrette, né più elevate e non contengono microorganismi dotati di effetti particolari.

La differenza? Il ceppo

Ciò che conta di più è il tipo di microrganismo. I fermenti lattici, infatti, non sono tutti uguali: le proprietà dimostrate da un ceppo batterico o da uno specifico lievito non sono trasferibili a tutti gli altri. Infatti, gli studi disponibili dimostrano effetti specifici, anche se molto modesti, solo per alcuni ceppi, non per tutti. Non solo: dipende anche dalla dose: gli effetti sono stati spesso dimostrati a dosi molto alte, pari a decine di miliardi di microrganismi. Quelli con i risultati più incoraggianti sono il Lactobacillus rhamnosus GG e il Saccharomyces boulardii.

Funzionano se presi tutti i giorni?

L’assunzione quotidiana di fermenti lattici non favorisce granché la funzionalità intestinale: dagli studi disponibili, non sembra migliorare la regolarità intestinale, il gonfiore o il fastidio addominale. In caso di stitichezza cronica, un’assunzione di fermenti di 4-8 settimane ha mostrato di aumentare il numero di evacuazioni settimanali di poco più di una volta. Anche nel caso della sindrome dell’intestino irritabile, mancano prove dell’utilità dei probiotici. Alcuni piccoli studi hanno mostrato dei potenziali effetti positivi su alcuni sintomi (dolore addominale, frequenza dei movimenti intestinali, gonfiore), ma quasi sempre molto modesti e valutati solo nel breve periodo, non riuscendo mai a dimostrarne in modo convincente l’efficacia.

Bisogna prendere fermenti durante o dopo una cura antibiotica?

Anche prendere dei fermenti durante o dopo una cura antibiotica per “sistemare” la flora intestinale e per evitare una diarrea non offre grandi vantaggi: non solo perché la diarrea da antibiotici è poco frequente, ma anche perché la flora si sistema da sola. Gli studi dicono che su 7-14 bambini che li assumono durante una terapia, solo un caso di diarrea viene prevenuto. Tutti gli altri bambini avranno assunto i probiotici senza trarre alcun beneficio.  Chi fa lunghe terapie antibiotiche, come nel caso del trattamento per eradicare il batterio Helicobacter pylori, può forse trarne maggior beneficio.

I fermenti curano la gastroenterite?

Per quanto riguarda invece l’assunzione nel corso di una gastroenterite virale per velocizzare la guarigione e favorire il recupero, gli ultimi studi su bambini sono abbastanza chiari: assumere probiotici fa poca o nulla differenza. Se fino a qualche tempo fa si riteneva che i probiotici potessero dare almeno un beneficio modesto (circa un giorno in meno di diarrea e una scarica in meno al giorno), due ampi studi clinici di più recente pubblicazione non mostrano alcun beneficio. La somministrazione di probiotici in dosaggi elevati (5-10 miliardi di spore due volte al giorno per 5 giorni) non ha ridotto la durata di vomito e diarrea, l’assenza da nidi e asili, la necessità di nuove visite mediche o la trasmissione dell’infezione a familiari. In sostanza, c’è una moderata evidenza che somministrare probiotici in caso di gastroenterite non apporti alcuni vantaggio, né per velocizzare la guarigione, né per prevenire alcune complicazioni, come la disidratazione o la malnutrizione. E negli adulti, l’utilità dei probiotici nell’accelerare la guarigioni delle gastroenteriti rimane non provata.

Rinforzano le difese immunitarie?

Infine, non ci sono evidenze su un effetto di rinforzo delle difese immunitarie: dagli studi disponibili non possiamo affermare che l’assunzione di fermenti lattici rafforzi il sistema immunitario in modo da prevenire tosse, mal di gola, raffreddori, influenze o allergia.

Slogan furbi

Le regole europee non consentono a questi prodotti di vantare effetti legati alla salute, come ad esempio “aiutare le difese immunitarie”. Per aggirare l’ostacolo e sbandierare effetti speciali, l’industria rivede le formulazioni aggiungendo specifiche vitamine, quelle per cui questi slogan sono invece autorizzati, ammantando così l’intero prodotto dell’effetto benefico. Dunque, aguzza la vista: dietro ogni “rinforzo quotidiano” o simili diciture c’è sempre una vitamina a giustificazione. Lo fa, per esempio, Actimel, che aggiunge vitamina B6 e D solo per soli scopi di marketing.

I nostri consigli

Vuoi provare i fermenti lattici? Ecco alcuni consigli:

  • non pensare che quelli della farmacia siano migliori: l’unica cosa che conta è il ceppo del microrganismo probiotico;
  • ti consigliamo di assumere i probiotici per cui esistono le migliori evidenze, vale a dire Saccharomices boulardi e Lactobacillus rhamnosus GG, presenti in vari prodotti;
  • attenzione alla dose: negli studi, le dosi di batteri assunte giornalmente arrivano anche a qualche decina di miliardi di microrganismi. È quindi possibile che bassi dosaggi non facciano proprio nulla;
  • meglio assumere la dose prima dei pasti, sufficientemente lontano da questi;
  • in corso di terapia antibiotica, probiotici di tipo batterico (cioè lactobacilli, bifidobatteri, bacilli, enterococci, …) vanno assunti tra una dose di antibiotico e l’altra. Se si assume invece un lievito come il Saccharomices boulardi, l’assunzione concomitante all’antibiotico non è un problema.