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gentiloni: è cominciata la normalizzazione di rai tre

Rai, Ballarò slitta per Porta a Porta

Vespa su Raiuno farà una diretta per la riconsegna delle case in Abruzzo. Floris: un atto immotivato

Il conduttore di Ballarò  Giovanni Floris (Ansa)
Il conduttore di Ballarò Giovanni Floris (Ansa)
MILANO - Rammarico e disappunto. Ma anche rabbia. Tutto per un «atto immotivato» almeno agli occhi di Giovanni Floris, il conduttore di Ballarò. Il programma doveva andare in onda, per la prima puntata della stagione, martedì in prima serata. Peccato però che la Rai ha deciso di farlo slittare per dare spazio a uno speciale Porta a porta di Bruno Vespa sulla consegna delle prime villette a terremotati dell'Abruzzo. E il conduttore del programma di Raiuno interviene dopo le polemiche. « Capisco il malumore di Floris e degli amici di Raitre, ma questa non mi pare una mostruosa limitazione della libertà di informazione». «È un riconoscimento a quanto il pubblico ci ha consentito di fare in favore dei terremotati e a chi ha battuto ogni record d'efficienza per rispettare l'impegno che Guido Bertolaso aveva preso con noi». «Sul terremoto Raiuno e Porta a porta sono state le tv e il programma leader», spiega Vespa. «Abbiamo raccolto 4 milioni e il primo milione e mezzo è stato usato per costruire a tempo di record un asilo a Onna. Martedì l'asilo sarà consegnato e noi, di fronte a una cosa così, non ci sentiamo ne potremmo mai sentirci abusivi». A chi fa notare che martedì sarà presente anche Silvio Berlusconi, il conduttore abruzzese ha ricordato che «è tradizione di Porta a porta dal 1996 invitare il presidente del Consiglio in carica alla prima puntata. Un invito che è arrivato una decina di giorni fa. Abbiamo invitato anche Dario Franceschini che sarà ospite della puntata del 23 settembre».

IL GIORNALISTA- Floris (ascolta l'intervista audio di Domenico Affinito - Rcd) spiega che «Avremmo potuto trattare gli stessi temi dello speciale di Rai uno, non vedo il motivo di sostituirci. Abbiamo un inviato in Abruzzo da due settimane, e la cerimonia del 15 settembre era un avvenimento previsto da tempo, da prima che presentassimo la trasmissione. Si tratta di un avvenimento in agenda; non di un evento, non di un imprevisto, nè di un'emergenza. So che (nel rispetto del suo ruolo) il Direttore Ruffini lo ha fatto notare all'azienda, ma non è stato ascoltato. Naturalmente poi avremmo parlato anche di altro, di attualità politica e di attualità economica». Ed è per questo che «sono dispiaciuto, certo, ed è dire poco. È come aver lavorato per mandare in stampa un giornale e vederne poi un altro in vendita nelle edicole. A tutti quelli che mi telefonano allarmati dico che mi auguro che sia solo un episodio sgradevole e grave, e che mi auguro che andremo in onda prima possibile dicendo tutto quello che abbiamo da dire».

D'ALEMA- E nella querelle interviene anche Massimo D'Alema. Secondo l'ex ministro degli Esteri, quello che è accaduto è «un episodio grave: è evidente che c'è un commentatore principe che offre tutte le garanzie di mettere in giusta luce le opere del miglior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni. È un segnale molto brutto. Rivolgo un invito a Bruno Vespa, che è anche un decano del giornalismo: lui non lo dovrebbe permettere. Sarebbe un bellissimo segnale, ma so che forse non accadrà»

GARIMBERTI - «La consegna delle prime case ai terremotati era un evento programmato e programmabile. Si poteva fare tutto per tempo ed evitare di mettere la Rai al centro di nuove polemiche politiche». Queste le parole del presidente della tv pubblica Paolo Garimberti, che dice di aver appreso solo nel pomeriggio di domenica, mentre era in viaggio tra Venezia e Milano, la decisione dello spostamento di Ballarò. Il direttore di rete, Paolo Ruffini, precisa che la decisione è stata presa «contro il parere di Raitre» e sottolinea che Ballarò «avrebbe comunque raccontato la cerimonia di consegna delle case ai terremotati» visto che un inviato del programma era lì da diversi giorni proprio per questo.

LA POLEMICA- Immediate le reazioni del mondo politico e non solo. Secondo Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione Pd, «è cominciata la "normalizzazione" di Rai Tre». Non c'è «alcuna giustificazione ed appare come un grave tentativo di trasformare la consegna delle prime case ai terremotati di Onna in una sorta di reality show governativo, col premier come protagonista». Per il commissario Francesco Pancho Pardi, in quota Italia dei Valori: «È necessaria una riunione immediata e speciale della commissione di vigilanza visto il crescente allarme per la libertà di informazione all'interno della Rai». Molto critica anche la Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana). In una nota il presidente Roberto Natale spiega che «il vertice Rai sembra aver smarrito il senso della dignità del servizio pubblico». Mentre i consiglieri Rai Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten parlano rispettivamente di «normalizzazione delle diversità» e di un modo per «compiacere Silvio Berlusconi». Pier Luigi Bersani rimanda ogni discussione alla manifestazione di sabato prossimo a Roma sulla libertà di informazione e l'altro candidato alla segreteria del Pd, Ignazio Marino, parla di «palinsesti e corretti e riscritti fuori da Viale Mazzini».


13 settembre 2009(ultima modifica: 14 settembre 2009)

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