doc Il valore della verità nell'era della disinformazione
_ scritto il 01.02.2025 alle ore 10:00 _ 72 letture
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Mi sono reso conto che è da un po' di tempo che non mi lancio in una delle mie dissertazioni pseudo-seriose sullo stato della comunicazione pubblica e su quel curioso fenomeno che chiamerei "libertà di confondere le idee". Sì, perché negli ultimi anni ho avuto modo di osservare un certo tipo di personaggio – chiamiamolo il Narratore delle Verità Alternative – che riesce a trasformare una platea di spettatori in una folla adorante, armato solo di qualche slogan ben studiato, dati decontestualizzati e, ovviamente, una buona dose di autocompiacimento.

Avete presente, no? Quello che, senza battere ciglio, nega cose tipo il riscaldamento globale o l'importanza dei vaccini, sfoggiando una sicurezza degna di chi ha passato anni sui libri. Ed ecco che la frase "l'ho letto su Internet" è diventata l'equivalente moderno di "lo ha detto la maestra", con la differenza che la maestra, di solito, sapeva di cosa parlava.

Ma il bello di questi Narratori è che, purtroppo per noi, hanno capito perfettamente come funzionano le regole del gioco. La verità è complessa, la bugia è facile. Tu arrivi con un argomento ben strutturato, pieno di grafici, ricerche e articoli peer-reviewed, e lui ti abbatte con un "Sì, ma non è vero. Lo dice questo studio che ho trovato su questa rivista [di cui nessuno ha mai sentito parlare]". E mentre tu cerchi di spiegare perché la sua "fonte" ha la stessa credibilità scientifica di un biglietto dei Baci Perugina, il pubblico ha già perso interesse. Perché? Perché la verità è noiosa e, soprattutto, richiede impegno, mentre la menzogna ben confezionata è un ottimo intrattenimento.

E non finisce qui. Il Narratore delle Verità Alternative ha una missione: confortare gli animi. Perché, ammettiamolo, a nessuno piace sentirsi dire che deve rinunciare a qualcosa per il bene comune. È molto più semplice credere a chi ti dice che puoi continuare a vivere come hai sempre fatto, senza sensi di colpa. "Il cambiamento climatico? Una bufala per rubarti i soldi con le tasse. I vaccini? Una cospirazione delle case farmaceutiche. La Terra? Piatta, ovviamente." Ed ecco che il pubblico si sente rassicurato, sollevato, e magari anche un po' più furbo, perché ora sa "la verità che loro non vogliono che tu sappia".

Va bene Darsch, ma noi che crediamo ancora nel valore del ragionamento e del dibattito costruttivo cosa possiamo fare? Combattere un'idea falsa con una vera è come cercare di prosciugare il mare con un cucchiaino. Non funziona. Ci restano due opzioni: educare – e qui parlo di un'educazione che insegni a riconoscere gli strumenti della disinformazione e a sviluppare il pensiero critico – oppure ignorarli e continuare a lavorare sodo per diffondere una comunicazione scientifica che sia chiara, onesta e accessibile.

Perché, in fondo, il problema non è tanto la libertà di parola. Il problema è che sempre più persone confondono la libertà con l'anarchia dell'informazione, credendo che ogni opinione abbia lo stesso valore, anche quando si tratta di un'emerita stronzata. E allora mi viene da chiedere: siamo davvero "liberi" di negare la realtà, a volte addirittura a scapito del futuro dei nostri figli?

Rifletteteci. E magari, la prossima volta che vi imbattete in un Narratore delle Verità Alternative, non arrabbiatevi. Sorridete, fate un respiro profondo e, se proprio non riuscite a ignorarlo, rispondete con una battuta. Tanto, se c'è una cosa che questi personaggi non sanno gestire, è l'ironia.
Questo post è stato arricchito con il supporto di strumenti di Intelligenza Artificiale.
Darsch
_ chiavi di lettura:disinformazione, complottismo, scienza, argomentazione, salute, clima, vaccini

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_ Commento di 80picconi _
_ scritto il 01.02.2025 alle ore 14:29
Da quali studi scientifici cartacei, non web, dato che lo disprezzi, trai il dato di fatto che i personaggi di cui tratti sono sprovvisti di ironia?
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 01.02.2025 alle ore 16:08
@80picconi
Premetto che la parte finale del post era più che altro una mia riflessione personale, dettata dall’osservazione di come reagiscono alcuni personaggi quando si controbatte alle loro teorie con ironia.

Quello che noto (e che è condiviso da diversi articoli che ho letto nel corso degli anni) è che ci sono tratti comuni alle persone inclini al negazionismo: pensiero prettamente letterale, ridotta sensibilità al sarcasmo, difficoltà nel riconoscere la satira, tendenza al pensiero intuitivo rispetto a quello analitico, diffidenza verso l’ambiguità, senso di vittimismo e paranoia.

Qualche piccolo spunto di approfondimento:

- https://www.universuljuridic.ro/wp-content/uploads/2024/12/33-54.pdf

- https://www.argumenta.org/wp-content/uploads/2018/05/7-Argumenta-Kurtis-Hagen-Conspiracy-Theorists-and-Monological-Beliefs-Systems-BIS.pdf

- https://via.library.depaul.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1489&context=csh_etd

- https://rcommunicationr.org/index.php/rcr/article/download/10/3

- https://journals.sagepub.com/doi/full/10.1177/0261927X211044789

- https://journals.sagepub.com/doi/pdf/10.1177/0963721417718261


PS: io adoro il web, dove avrei detto che lo disprezzo? 🤔
_ Commento di MrAllThings _ profilo
_ scritto il 03.02.2025 alle ore 12:11
Non posso che condividere al 1000% quello che hai scritto.

Sono dell'idea che senza una riforma della scuola non se ne possa uscire, i dati OCSE riguardo l'educazione sono allarmanti e non credo sia un caso. Prima di tutto andrebbe abolita l'idea che la scuola ti serva per formarti a un lavoro; la scuola deve servire a formare cittadini consapevoli e responsabili, il pensiero critico da questo punto di vista ha un ruolo di rilievo (allo stesso modo le due ore di religione a scuola invece sono un danno), altrimenti si stanno formando degli schiavi.

In secondo luogo credo che se le scuole sono ridotte al punto in cui i genitori devono portare la carta igienica, le risme di carta e tutte queste cose da casa, come possiamo aspettarci una formazione di qualità?

In terzo luogo il problema è che usciti da scuola gli studenti vanno a casa, e se prolifera negli adulti la conoscenza aforistica di facebook e la tendenza e l'incapacità di distinguere una notizia vera da una falsa, questo ha un impatto anche sui figli. Quindi anche a fronte di una riforma della scuola resta il problema di formare gli adulti, la maggior parte dei quali è alla stregua dell'analfabetismo (sempre secondo il report OCSE, pare che il 30% degli italiani non sia in grado di comprendere un breve testo scritto, parliamo di 1 persona su 3).

Tutto questo contesto e l'arroganza del pensare che le opinioni contino qualcosa non può che andare a favore di queste persone che di fatti, misure, prove concrete di solito ne portano ben poche.
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 04.02.2025 alle ore 10:36
@MrAllThings - come non condividere al 100% 👏👏👏

Per approfondire:

- https://www.inapp.gov.it/sala-stampa/671613
- https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/desi

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