doc [Campagna "Il Sentiero di Dranas"] Sessione 9
_ scritto il 30.05.2013 alle ore 12:35 _ 5802 letture
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22/05/2013

Quello che segue è tratto da diari e appunti degli altri partecipanti alla sessione gdr.


Dal diario del Master

Nell'oscurità rischiarata da torce, Roywyn si apprestò a salutare il resto del gruppo. I tunnel sotto Dorkamorka in quel momento erano affollati. Sturm, Uzzar, Hildar e Rango/Ixamandius avrebbero assaltato una delle armerie della guardia cittadina. Avevano venti uomini con loro, coi sacchi e tutto, per trasportare il bottino. Lei invece aveva altro da fare: uscire dalla città scalando le mura e portare sotto di esse le truppe di coscritti più recenti. Se avessero saputo cosa stava accadendo molti di loro sarebbero corsi in aiuto della popolazione, delle loro madri, dei loro fratelli, in rivolta contro la tirannia di Lord Angaro. Belsheba avrebbe fornito un diversivo. Quale non era dato saperlo, Belsheba non scopriva le proprie carte. La ragazza era molto abbottonata con chiunque non fosse Rango. O Ixamandius. O come cavolo si chiamava il mago.
Roywyn si augurò comunque che fosse una buona mano e che la giocasse a dovere.

Dopo un breve commiato le due ladre si avviarono, precedute da un ribelle con la torcia, verso un tombino che sbucava nella cantina di una casa abbandonata proprio sotto le mura. Il ribelle sarebbe rimasto in attesa lì, al sicuro, fino al ritorno di Belsheba. Roywyn imboccò le scale per arrivare al tetto, si voltò per dire qualcosa alla sua collega e scoprì che era già sparita. Nella cantina c'era una finestrella che un attimo fa, Roywyn l'avrebbe giurato, era chiusa.
«Ah, però», pensò con un certo rispetto. Se era così brava allora avrebbe anche preparato un diversivo efficace per distogliere le guardie dalla sua scalata. Magari sarebbe stato bene concordare un segnale, ma Belsheba… solita solfa. Amava il mistero.
Arrivare al tetto fu semplice. Rimase nascosta nelle ombre per quasi due ore in attesa di un segnale che avrebbe dovuto essere per forza di cose inequivocabile. Lo fu. Un'esplosione sovrastò il rumore dei combattimenti che infuriavano nelle strade. Le feritoie della più vicina torre di guardia eruttarono fiamme, un pezzo di muro volò via andando schiantarsi sulle case. Iniziò un grande incendio. Una fila di guardie passò sul camminamento delle mura correndo oltre la sua posizione, verso il disastro.
Roywyn lanciò il rampino, arrivò sul camminamento, lo riposizionò e scese dall'altro lato. In meno di dieci minuti dall'esplosione era fuori, nascosta in un fosso, che si dirigeva verso nord celata dal buio.

Il campo di addestramento era un quadrato di più di un chilometro di lato con una grande piazza d'armi al centro, giusto oltre la foresta a nord di Dorkamorka. Un enorme accampamento di tende. In uno degli angoli del quadrato c'erano le stalle. In un altro le salmerie. La notte era rischiarata dalle torce e, dalla cima di un albero, Roywyn osservava e pensava. Non sapeva a chi rivolgersi. Non certo agli ufficiali addestratori. Doveva trovare una tenda di reclute e sperare che la notizia della rivolta li sconvolgesse abbastanza da impedir loro di ucciderla dove si trovava. E magari anche da convincerli a cooperare.
Alle sue spalle il vago bagliore arancione degli incendi in città era di certo più evidente del falò voluto da Sturm. Peccato che tra le torce nel campo di addestramento e la foresta di mezzo non fosse di molto aiuto. Però forse qualcuno lo aveva notato. Doveva avvicinarsi e scoprire se qualche recluta stava per caso facendosi domande.
Quando pensò di aver memorizzato i percorsi delle ronde scese dall'albero e si introdusse nel campo. Non ci volle molto a trovare un gruppo di ragazzi sia umani che mezz'orchi che, dietro una tenda, giocavano a carte e lanciavano occhiate preoccupate verso la foresta e il bagliore al di là.
Si avvicinò a loro con un dito sulle labbra e si spiegò in sussurri. Nominò i capi della ribellione, rivelò che faceva parte dei mercenari che Abad era stato mandato ad assoldare per guidarla. Disse loro che ogni speranza per la città, ora che era guerra aperta, dipendeva da loro.
Le credettero.
Meno male che era brava con le parole.

Fu una notte lunga ed estenuante.
Le reclute sparsero la voce in giro fra i loro amici più fidati. Si decisero dei comandanti, si decise una strategia, ma tutto andò all'aria quando l'effetto sorpresa fu vanificato da qualcuno che andò a spifferare tutto al comandante del campo. Il quale vide il bagliore degli incendi in lontananza e decise per la linea dura.
I combattimenti durarono ore. Quasi un migliaio di marmittoni guidati da una ladra halfling contro un centinaio di ufficiali esperti, tutti mezz'orchi, più diverse decine di reclute che evidentemente avevano apprezzato la retorica di Lord Angaro. Fra gli ufficiali c'erano anche maghi e stregoni che seminarono morte fra le fila dei coscritti. Opposero una fiera resistenza e solo quando furono caduti in più di cinquanta si diedero alla fuga. Roywyn riuscì a impedire, con calci, pugni e piglio deciso, che la metà delle reclute si gettasse all'inseguimento.
Le rimanevano meno di settecento uomini.
Sarebbero dovuti bastare.

Giunsero in vista delle mura di Dorkamorka prima dell'alba.
Era già da un po' che vedevano il fumo. Una delle torri di guardia era annerita e sembrava essere sul punto di crollare.
Il loro arrivo fu salutato da corni d'allarme, ma la battaglia fu breve. Sulle mura c'erano poche guardie e la porta venne giù al secondo assalto. Fu lì che iniziò il difficile.
Dietro consiglio di Roywyn le reclute combatterono di strada in strada in gruppi di dieci, ognuno in vista dell'altro. In questo modo riuscirono a muoversi agevolmente nei vicoli tortuosi di Dorkamorka, ma dovettero guadagnarsi ogni metro col sangue. Poi arrivarono in vista del palazzo. Nonostante i massacri, la paura di quella notte e l'apprensione per sua sorella, Roywyn non potrà mai in vita sua ricordare lo spettacolo senza sorridere: Sturm, in piedi sulla balconata del palazzo di Lord Angaro, che guarda giù verso un corpo in fiamme, immobile sul selciato davanti alla porta d'ingresso. E che si butta, omone in armatura completa, atterrando comicamente leggero come un putto.
Mentre marciava verso i cancelli del palazzo alla guida dei coscritti Roywyn salutò Sturm da lontano mentre lui, ravanando il cadavere, le sorrideva sardonico. Gli altri non erano in vista ma le cose sembravano essere andate per il meglio. Roywan doveva essere ancora al sicuro sottoterra. Bene.
Assassini di nobili e paladini del popolo.
Un'altra interessante giornata di lavoro.
Ora, la paga.




Dalle cronache di Sturm Brightblade

Io e gli altri compagni del gruppo seguiamo Darium che attraverso cunicoli sotterranei scavati in tempi remoti dai trogloditi che regnavano la zona giungiamo in una grande sala.
Sono qui presenti una ventina di capi ribelli, molti dei quali vecchi e alcuni mutilati. Cercano aiuto per liberarsi dei malvagi regnanti mezzorchi e ci informano che questi cunicoli possono portarci sotto l'armeria e sotto il palazzo reale.
La mia lama è sempre stata al servizio del bene e combattuto la malvagità e la tirannia e vorrei aiutare i ribelli ma mi rendo conto che nel gruppo qualcuno non vuole correre il rischio e qualcun altro pensa solo alla grana in cambio del servigio.
Dopo un consulto decidiamo di aiutare i ribelli con l'idea che chi pensa ai soldi potrà dedicarsi alle ricchezze del palazzo reale dopo aver sconfitto Lord Angaro.
Io e Uzzar siamo i più adatti a definire la strategia e presentiamo il piano. Mentre Roywyn uscirà dalla città grazie a magie che potenzieranno la sua furtività (come se servissero a quella nanetta piena di peli) per andare ad allertare i mille e più ribelli raggruppati fuori città, noi altri prenderemo possesso dell'armeria sfruttando il tunnel sotterraneo. Dopo aver armato i ribelli all'interno della città accenderemo il falò posizionato su un tetto che darà il segnale ai ribelli esterni di attaccare proprio mentre noi ci infileremo furtivamente nel cortile del palazzo.
Tutto va per il meglio e Roywyn scappa di città mentre l'armeria cade in nostro possesso e accendiamo il falò. Passano ore ma purtroppo dell'esercito dei ribelli e di Roywyn non c'è traccia. Decidiamo di passare così al piano B: mentre Belsheba appicca il fuoco alle stalle reali noi e un manipolo di venti guerrieri ribelli irrompiamo nel palazzo. Ordino ai guerrieri di tenere a bada un mago dalle vesti oscure al servizio di Lord Angaro mentre noi ci dedichiamo a quest'ultimo e alle sue guardie. Lo scontro termina con la resa delle guardie a seguito dell'uccisione del loro sire. Anche il mago accetta la resa e mi consegna il suo libro e la sua bacchetta magica strappandomi la promessa che gli saranno restituiti.
Xandalus preme per avere gli oggetti e più volte fa presente al gruppo che vuole uccidere il mago per avere i suoi beni. La sua ambizione e mancanza di scrupoli mi rivoltano: dovrò tenerlo sotto d'occhio.



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