Migliaia di case a Los Angeles sono alimentate a batteria

Una nuova centrale realizzata da Tesla accumula l'energia in milioni di batterie, che la ridistribuiscono nelle ore in cui la domanda è più alta evitando blackout

(Tesla)
(Tesla)

A Mira Loma, nella California meridionale, c’è una gigantesca batteria in grado di fornire elettricità a 15mila abitazioni per 4 ore consecutive: 80 megawattora con la possibilità di raggiungere un picco di erogazione pari a 20 megawatt. In realtà a Mira Loma non c’è un’unica batteria, ma una rete di 396 alimentatori a batteria (Tesla Powerpacks), costituiti ciascuno da 16 capsule contenenti 12 pacchetti di batterie, che a loro volta sono formati da 85 cilindri contenenti le celle vere e proprie delle batterie. In tutto, la centrale ha quindi oltre 6,4 milioni di celle cilindriche, ciascuna delle quali ha una dimensione di 21 millimetri di diametro per 70 millimetri di altezza. La centrale è stata costruita da Tesla, l’azienda di Elon Musk conosciuta soprattutto per le sue automobili elettriche, ed è uno dei primi esempi delle potenzialità dei nuovi sistemi per accumulare l’energia prodotta in eccesso e ridistribuirla quando aumenta la domanda.

L’impianto è stato realizzato per conto dell’azienda elettrica Edison. I Powerpacks sono stati costruiti direttamente da Tesa nella sua Gigafactory nel Nevada, l’enorme fabbrica in fase di ultimazione e dedicata alla produzione di grandi quantità di batterie per automobili elettriche e altri dispositivi. I Powerpacks sono stati poi trasportati a Mira Loma, collegati tra loro e infine allacciati alla rete elettrica: sono attivi da pochi giorni.

Una stazione di accumulo dell’energia elettrica da 80 megavattora può sembrare sovradimensionata – considerato che Tesla ci mette quasi quattro giorni per produrre la stessa quantità di batterie per le sue automobili – ma la domanda in California è alta soprattutto in alcune ore della giornata, nelle quali si raggiungono picchi dovuti ai consumi dei condizionatori. Per rispondere al temporaneo aumento di domanda di energia elettrica, le centrali di solito portano la loro produzione al massimo, ma spesso questa soluzione non è sufficiente e rende necessario l’utilizzo di generatori e centrali più piccole, che vengono attivati per poche ore al giorno. Questi sistemi sono costosi da costruire e da mantenere, senza contare il fatto che in alcuni periodi dell’anno restano totalmente inutilizzati perché la domanda è più bassa.

La centrale realizzata da Tesla permette di superare il problema, offrendo un’alternativa che rende più efficiente la gestione dell’energia. Le centrali possono mantenere una produzione più regolare nel corso della giornata, utilizzando parte dell’energia prodotta per caricare le batterie nelle ore in cui la domanda è più bassa. Quando si verifica un picco, è sufficiente distribuire l’energia accumulata dalle batterie nella rete.

Secondo molti analisti, nei prossimi anni buona parte del fatturato di Tesla potrebbe derivare dalle batterie e non solo dalle sue automobili elettriche. Il mercato per questo tipo di impianti di accumulo è ancora agli inizi, ma ha potenzialità molto promettenti. Tesla negli ultimi anni ha investito decine di milioni di dollari per studiare le batterie e migliorarne la resa, mantenendole al tempo stesso stabili e sicure (come ha insegnato il recente caso dei telefoni Samsung che esplodevano, la chimica e la fisica delle batterie sono un affare molto delicato e complicato).

Tesla vende già da tempo un “Powerwall” che può essere installato in casa propria, per accumulare energia elettrica di notte, quando costa meno, e utilizzarla di giorno. Lo scorso anno l’azienda ha anche presentato una nuova generazione di pannelli fotovoltaici, che assomigliano alle classiche tegole per la copertura dei tetti. I pannelli sono realizzati da SolarCity, azienda gestita da Lyndon Rive (cugino di Musk) e dal 2016 controllata da Tesla. Utilizzando i pannelli e un Powerwall, una villetta familiare può essere autonoma per quanto riguarda l’energia elettrica: di giorno i pannelli fotovoltaici forniscono l’energia all’abitazione e intanto caricano la batteria domestica, che nelle ore di buio eroga l’energia accumulata di giorno.

Per indicare ulteriormente l’interesse nei confronti del mercato delle batterie, la settimana scorsa il nome completo dell’azienda, “Tesla Motors”, è stato semplificato in “Tesla”, indicando quindi un ambito commerciale più ampio rispetto a quello della produzione di automobili. Salvo casi particolari come l’impianto di Mira Loma, la Gigafactory sarà principalmente utilizzata per produrre le grandi quantità di batterie che servono a Musk per la produzione delle sue automobili Tesla. Ci sono comunque piani per estendere la capacità della fabbrica e investire nuove risorse per mini centrali e accumulatori a batteria.