_ scritto il 08.04.2008 alle ore 11:10 _
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Sabato scorso ho avuto il piacere di assistere all'ultimo spettacolo di questo straordinario artista. Prima dell'inizio credevo si trattasse di un lungo, sebbene variegato, spettacolo di tasformismo, perché è questo il campo in cui Arturo si distingue maggiormente in tutto il mondo. Dopo un paio di decine di minuti, però, mi sono dovuto ricredere. QUello che mi si parava davanti agli occhi era un one-man-show come non ne vedevo da tempo, sicuramente tra i migliori cui abbia mai assistito! Arturo non solo è il più grande trasformista che possiate trovare in giro, ma è anche un eccellente attore, cabarettista, prestigiatore, regista teatrale e autore.
Lo show, da quello che ho letto nella brochure una volta uscito dal teatro, è quanto di meglio Arturo abbia portato in scena in tutti questi anni di carriera. Nel corso dello spettacolo verrete letteralmente catapultati nella sua giovinezza, rivivrete, attraverso i suoi occhi, le passioni, i giochi, i voli di fantasia di un bambino di otto anni. Spazierete dalla sua soffitta, piena di ricordi, fotografie e giocattoli, allo schermo del cinema steso su di un filo davanti alla finestra del suo solaio, dove si fermava per ore a fantasticare e sognare sulle immagini che vi scorrevano. Sentirete fluire il passare del tempo visto dal punto di vista del piccolo Arturo e di tutti gli 80 personaggi di cui vestirà i panni. Il tutto sapientemente incorniciato all'interno di una scenografia assolutamente spettacolare, e condito da effetti scenici, giochi di luce e proiezioni che aumentano e mettono ancora più a fuoco l'esperienza teatrale dello spettatore. Non c'è davvero un attimo di respiro, e molte volte vi chiederete come diavolo fa un solo uomo a sapersi destreggiare con tale maestria all'interno di campi che, prima di sedervi su quella sedia, sembravano così distanti tra loro. Oltre ai vari cambi d'abito di cui lo show è cosparso e che in molte occasioni lasciano letteralmente senza fiato, Arturo si prodiga in spettacolari giochi di prestidigitazione e in una serie di performance uniche nel suo genere, come quella in cui riesce a creare 25 cappelli diversi a partire da un semplice pezzo di stoffa circolare con un buco in mezzo, oppure come la sua personalissima versione delle ombre cinesi.
Più di due ore di poesia, stupore, divertimento e ammirazione, con un commovente tributo, verso la fine, al maestro Fellini e a quello che ha significato per il cinema italiano e internazionale. Uno spettacolo che volerà via quasi senza accorgervene.
Se dovessi descriverlo con una frase, definirei Arturo Brachetti
uno tra i pochi veri eclettici del palcoscenico.
"L'Uomo dai Mille Volti" è al teatro
Sistina a Roma dal 2 al 13 aprile. Ne vale sicuramente la pena, fidatevi.