doc John Rambo
_ scritto il 26.08.2008 alle ore 10:24 _ 4120 letture
Sebbene sia uscito ormai da un bel po' di mesi (mi sembra verso febbraio 2008, correggetemi se sbaglio), ho visto questo film solo qualche giorno fa. Non vi so dire perché sinceramente, tanto più che mi interessava parecchio. L'ho perso per un soffio al cinema (non ricordo neanche più per quale motivo), e da allora è sempre rimasto nel limbo del "prima-o-poi-lo-vedo". Finalmente la settimana scorsa mi son deciso a comprare la versione non censurata e me la sono goduta a tutto volume sul divano di casa insieme alla mia metà (che tra l'altro odia i film di guerra, ma che è talmente dolce da non avermelo fatto pesare per niente in questa occasione).

Il film si apre con il nostro eroe, visibilmente invecchiato ma sempre massiccio come il ferro, rifugiato nel confine tra la Thailandia e la Birmania, intento a fare una vita tranquilla come cacciatore di serpenti e traghettatore di anime su per il fiume. Un paio di battute e due sguardi tipici di Rambo, giusto per rimarcare e riportare alla memoria, qualora fosse necessario, il carattere burbero, chiuso e un po' truce del protagonista, e il film prende immediatamente una piega più dinamica. Un gruppo di volontari si presenta nel suo villaggio con la ferma intenzione di risalire il fiume per inoltrarsi in un paese sconvolto e terrorizzato, i cui abitanti hanno bisogno del loro aiuto.

John Rambo è un film di denuncia contro la terribile situazione in cui versa la Birmania, oppressa da un atroce regime militare (e chi è che che lo finanzia? Chissà...) e il cui popolo cerca di sopravvivere in una terra che gli appartiene ma che viene costantemente macchiata dal loro stesso sangue. Per questo motivo, come ha anche ammesso il protagonista, regista, co-produttore e co-scrittore Sylvester Stallone, le scene del film, specialmente quelle relative ai soprusi e alle torture subite da questa povera gente, sono particolarmente realistiche e violente, soprattutto nella versione non censurata del film. Nonostante ci siano scene molto forti, la realtà è ancora parecchio lontana e risultava talmente disumana da non poter essere riportata su pellicola.

Tecnicamente parlando questo è tra i migliori film di guerra che abbia mai visto. L'azione è frenetica ma mai confusa, la pulizia dell'immagine su schermo è impressionante e i dettagli curati in maniera quasi maniacale. Gli effetti delle armi usate sono molto realistici, e rispecchiano fedelmente quello che sono in grado di fare su un corpo umano (caratteristica su cui il comparto tecnico del film ha puntato moltissimo). Anche gli attori si sono comportati egregiamente, e l'impatto generale della loro performance è molto elevato.
Rambo è sempre il solito Rambo: poche parole (e le uniche due o tre scene in cui ne spiccicava qualcuna di più sono state eliminate dalla versione finale), sguardi intensi, voglia di spaccare in due il mondo e potenzialità per farlo veramente...!!!

L'unico difetto che a un primo e superficiale colpo d'occhio potrebbe saltare fuori dalla visione di questo film è la sua brevità (poco meno di un'ora e mezza). Ma basta pensarci su un attimo e si arriva alla conclusione che al film non manca nulla e che sarebbe risultato superfluo allungare il brodo su un tema così efficacemente dipinto.

Possente.
Darsch
_ chiavi di lettura:film, guerra, violenza, azione, recensioni

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