_ scritto il 15.09.2008 alle ore 09:59 _
4391 letture
E' inutile trovare sempre il capro espiatorio, addossare tutto al solito responsabile. "E' colpa delle istituzioni!", "E' colpa di quello!", "Ma io che c'entro?", "Dio non mi vuole bene!". La colpa
è nostra, della nostra mentalità, di quella maledetta molla che scatta in molti di noi e che ci offusca uno dei valori più importanti che abbiamo: il
rispetto per il prossimo, affiancato magari da un minimo di
umiltà e un pizzico di
comprensione.
Leggete
questo post di Black Cat, tutto, per favore.
Io sono una persona molto tranquilla e pacifica, e tendo a non reagire mai con violenza fisica. Preferisco di gran lunga affrontare la situazione in maniera verbale, perché con le parole (guarda un po') si instaura un
DIALOGO, e
a volte (non troppo spesso) capita anche che riesci a far ragionare la gente. Il problema però è che
certa gente le parole non le capisce, o è talmente limitata da non recepirle. Perché, seriamente, ad una persona che ti risponde "Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente", ma che gli vuoi dire? Credo che anche io sarei rimasto senza parole... come sono rimasto senza parole nel leggere la nauseante vicenda che è capitata a Black Cat.
Io non pretendo certo l'impossibile, ovvero un mondo di persone comprensive, umili e rispettose del prossimo (anche se non sarebbe male... guardate l'educazione e l'indole dei cinesi e poi ne riparliamo); ma se proprio hai qualche neurone fuori posto che ti spinge, per qualche oscuro motivo, a disprezzare in quel modo un
bambino, di qualsiasi colore sia la sua pelle, qualsiasi siano le capacità fisiche o intellettive che madre natura gli ha donato, quella cazzo di bocca faresti meglio a tenerla chiusa. Perché una coltellata al fegato gli avrebbe fatto sicuramente meno male. A tutti e due.
[...]
Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L'umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico.
[...]
Leggendo i vari commenti al post, in cui oltre a dolcissime parole di solidarietà si leggono anche inviti a non mettere più piede in quella catena di negozi, mi viene da rifare lo stesso discorso da un altro punto di vista. Posso essere d'accordo nel non frequentare più QUEL particolare negozio, almeno finché la direzione non prenda una posizione in merito, ma boicottare un'intera catena di supermercati perché un paio di elementi in una filiale si sono comportati in maniera riprovevole, è altresì sbagliato. A mio modo di vedere rappresenta un ottimo esempio del famoso detto "il male genera male".
E' continuando a ragionare così che si crea quel senso di prepotenza e malafede che permea la nostra società moderna.