Donare o non donare

_ scritto il 16.04.2009 alle ore 10:03 _
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Navigando in giro per la rete mi sono imbattuto in diversi articoli e post scritti da persone che non hanno donato (e non doneranno) neanche un centesimo a favore delle popolazioni terremotate d'Abruzzo. Inizialmente la mia reazione è stata di leggero sdegno, ma, come sa bene chi mi conosce a fondo, tendo a non dare troppa corda alle impressioni superficiali. Così mi sono messo a leggere, con calma e attenzione, le motivazioni per questa apparente mancanza di solidarietà.
Ne è emerso un quadro che tutto sommato conoscevo già, ma che mi ha fatto riflettere ulteriormente. Il punto principale è molto semplice: "il mio contributo io l'ho già dato pagando le tasse, che servono proprio, tra le altre cose, a far fronte a questo genere di emergenze, e che sarebbero dovute servire anche in fase di prevenzione e messa in atto della regolamentazione anti-sismica". E' vero, c'è poco da dire. Chi paga regolarmente le tasse, si sente un po' preso in giro quando la Protezione Civile ci chiede un ulteriore contributo perché tutti i soldi che abbiamo già versato sono andati a finire chissà dove. "Andatelo a chiedere agli evasori l'Euro per i terremotati". In effetti, a ben guardare, è vero anche questo: l'evasione fiscale è una delle principali piaghe di questo paese, e la cosa preoccupante è che arriva "dal basso", da persone più o meno comuni, che si credono furbetti ma che in realtà non fanno altro che incastrare ulteriormente gli ingranaggi del paese.
In sostanza molte persone quell'Euro non lo vogliono donare perché sono sfiduciate. Non si fidano più di chi avrebbe dovuto amministrare in maniera corretta i soldi versati con le proprie tasse, hanno paura che anche quella piccola moneta finisca nelle tasche sbagliate. Il sentimento è assolutamente comprensibile, e ammetto che anche io mi sono ampiamente stancato di vedere che da decenni sono sempre le stesse cose che non funzionano in Italia, come se fossimo incapaci di imparare dai nostri errori e di ricalibrare quegli ingranaggi che, ormai da troppo tempo, si sono arrugginiti.
Ma ora vi chiedo: dov'è la soglia? Quand'è che varrà davvero la pena di donarlo con speranza, quell'Euro, perché "stavolta servirà davvero a qualcosa"? Pensate alla favola "Al lupo! Al lupo!", ma al contrario: e se iniziassimo ad abituarci talmente tanto alla sfiducia da non distinguere più quei piccoli segnali di miglioramento che prima o poi tutti ci auguriamo di intravedere? Ne vale veramente la pena?
Probabilmente no. E' vero, io quell'Euro l'ho già dato, e chi di dovere lo avrebbe dovuto usare per prevenire il più possibile tutto quello che è successo, ma qui non stiamo facendo teoria, qui c'é gente che è stata tirata fuori da un cumulo di macerie e che non ha più niente. Io il mio Euro glielo do ancora volentieri, magari con una puntina di amaro in bocca e sempre sperando che venga usato nel modo giusto, perché non è questo il tempo e non è questo il luogo per le manifestazioni di sdegno contro "il sistema".
Darsch
Spero che il tuo Euro arrivi veramente a chi ne ha bisogno e se così non sarà, non starò qui a fare "te l'avevo detto", ma continuerò sempre ad informare la gente che quell'Euro è nelle tasche di qualcun'altro.
Loro non mollerranno mai. Io neppure. (cit.necessaria)