
_ scritto il 08.07.2010 alle ore 13:15 _
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Mi spiegate perché in Italia c'è il culto del "sospetto"? Ogni azione che si compie, ogni pensiero, ogni opinione, deve sempre essere presa per quello che, nella grande maggioranza dei casi, non è. Perché si pensa che ci sia "qualcosa dietro", che senza dubbio "quello è in malafede", "quel tizio è falso". Tutto questo A PRIORI, basandosi solo su fatti superficiali, su opinioni formate da una rapidissimo volo radente. Perché l'italiano medio è fatto così? Io alle volte mi sento un pesce fuori dall'acqua, perché non metto subito in discussione la buona fede della gente, non me lo sognerei mai, e credo che dovrebbe essere sempre così, in qualsiasi ambito. E' rischioso, è vero, perché a volte ci rimedi solo brutte esperienze, ma per quanto mi riguarda ne è sempre valsa la pena.
Invece no... mi guardo intorno e:
- se fai una cosa mosso da pura generosità, vieni guardato con sospetto;
- se fai una cosa per gentilezza, la gente ti scruta, perché DEVE trovare il secondo fine;
- se fai una critica, vieni aggredito e in risposta ottieni a) chiusura a riccio, b) attacco diretto o a volte c) accusa di essere invidioso (!!!);
- se sbagli, apriti cielo, a nulla varrà la tua sincera intenzione di discutere e capire dai tuoi errori, perché sarai bollato a vita;
- se nonostante tutto cerchi ancora il dialogo, allora sei un falso, che si diverte a predicare bene e razzolare male.
E poi c'è quella cosa del "fare il furbo" a ogni costo che proprio non sopporto!
Come quello che per saltare 3 macchine in coda sale sul marciapiede, entra nella stazione di servizio a tutto gas ed esce dall'altra parte, col sorrisino come a voler dire "ah ah, vi ho fregati tutti!". Poi vaglielo a dire che ha risparmiato 30 secondi, e che è un perfetto idiota.
O come quello che arriva al bancone in farmacia, scopre che ci sono i numeretti, sbuffa, prende il foglietto e, vedendo che dovrà aspettare un'infinità di tempo (leggi: 5 minuti, al massimo 10), prova a infilarsi perché "eh, devo solo domandare". E si infuria quando gli fai notare che "comprare una scatola di aspirine non è domandare, e c'è gente che ha diritto di essere servita prima di lui". E da lì si scatena il putiferio, e a me fa imbestialire anche quello! La classica piazzata dove tutti si danno contro senza dire niente di sensato (solo noi ci riusciamo, siamo dei maestri). Perché basterebbe chiedere all'imbecille di turno "mi faccia vedere il fogliettino" e piazzarlo al suo posto.
Basterebbe un minimo di civiltà e
rispetto. Ma quest'ultimo ce lo siamo proprio giocato. Lo vedo anche nella nuova generazione di giovani. Tutti siamo stati un po' spocchiosi, pieni di quella sorta di "geocentrismo adolescenziale" che ci fa sentire in grado di affrontare tutto e tutti come se ogni cosa ci fosse dovuta. Ma così si esagera. Perché se mio figlio dovesse rientrare in casa bestemmiando come un ossesso (nel vero senso della parola) e offendendo malamente a destra e a manca, io lo appiccicherei al muro. E invece no, vedo che spesso si lascia correre (e non parlo per sentito dire).
Ed ecco che tutto torna: se neanche noi siamo in grado di distinguere il giusto dal meno giusto, l'onestà dalla disonestà, se dobbiamo sempre sospettare di tutti e cercare in tutti i modi di "fregare" il prossimo, cosa diavolo possiamo pretendere di insegnare a chi un domani prenderà attivamente parte alla vita della nostra sempre più sgangherata Italia?
*** scritto il 05.05.2009 e riproposto in seguito[Questo post è stato pubblicato su MenteCritica.net, se vi interessa leggere altri commenti ecco il link]
- Ma perchè dici questo?
- Dai su...
- Che ha fatto Di Pietro?
- Dai... Mani Pulite...
- Uhm... si?
- Eh...
- Ma lo sai che ruolo aveva Di Pietro in Mani Pulite?
- In che senso...?
Cioè, è veramente squallido come la gente parli per sentito dire (soprattutto dalla tv) e non abbia un minimo di obiettività.