_ scritto il 21.07.2010 alle ore 17:29 _
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La Pixar torna su grande schermo, tornano i giocattoli animati di Toy Story ed è capolavoro. Semplicemente, indiscutibilmente
capolavoro. La formula è quella a cui ci ha ormai abituato l'azienda californiana: pura genialità condita con abbondanti cucchiaiate di poesia e un pizzico di magia e creatività che solo quel gigante (in senso professionale) di
John Lasseter è in grado di infondere.
Visivamente è una gioia per gli occhi: le animazioni sono molto più accurate e studiate rispetto ai capitoli precedenti e, come succede con ogni nuova produzione della Pixar, si ha l'impressione di assistere alla ridefinizione di un nuovo
standard qualitativo. Una cura maniacale per dettagli, ambientazioni e atmosfera, inoltre, contribuisce a rendere l'aspetto prettamente tecnico ancora più unico.
Ma questo non è il piatto forte. Se vi aspettate il classico Toy Story dalla trama tutto sommato lineare e senza dossi, siete fuori strada. Il terzo capitolo è molto maturo e
dark, con citazioni horror di indubbio gusto, momenti di pura tensione e un
affiorare di generi e sensazioni da riempire una piscina. Il tutto visto attraverso le trame di una chiave di lettura dalla costante (e talvolta pressante) presenza: quella sorta di
bivio - davanti al quale ognuno di noi si è trovato almeno una volta nella vita - che ci costringe a riconsiderare il passato in funzione di quello che abbiamo deciso per il nostro futuro.
Fantastico.
Chiudo con una piccola considerazione. Conosco una persona che, per principio, non vede film d'animazione. Le motivazioni di questa presa di posizione mi sono sempre sfuggite, ma davanti al genio e alla profondità di opere come questa non posso fare altro che rinnovare il consiglio che da anni cerco di dare a chi crede che i cartoni siano solo roba per bambini: provate a guardarli senza pregiudizi, vi do io un paio di titoli. Vi assicuro che vi state perdendo
tantissimo.
Appena arrivo a Londra corro al cinema! :)