_ scritto il 08.03.2011 alle ore 14:52 _
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Mi ha tolto le parole di tastiera:
Le donne italiane vengono messe in croce dai fondamentalisti quando decidono di non portare avanti una gravidanza, sono costrette ad andarsene all'estero se vogliono accedere alla fecondazione assistita, e come se non bastasse debbono sottostare persino alle imposizioni di coscienza dei farmacisti che possono permettersi di rifiutare loro, anche nel caso in cui sia stato prescritto da un medico, un farmaco contraccettivo come la pillola del giorno dopo.
Il che equivale a dire che nel nostro paese i diritti delle donne vengono calpestati impunemente a partire dalla loro espressione più elementare: quella che riguarda il loro corpo, la loro salute, la loro sessualità.
Poi, come da copione, l'8 marzo i politici che si dicono progressisti sono tutti lì a sciorinare proclami, ad enunciare principi, ad assicurare il loro impegno astratto e la loro teorica solidarietà: il che, naturalmente, è cosa buona e giusta.
Però, vi dico la verità, mi piacerebbe tanto che quei politici si impegnassero tutti i giorni in una lotta senza tregua, senza riserve e senza quartiere per rimuovere le indecenti discriminazioni sul corpo delle donne, invece di ricordarsene una volta l'anno e poi dimenticarsene fino all'anno successivo.
Datevi una mossa, per cortesia: oppure pensate davvero di cavarvela con le mimose?