_ scritto il 14.03.2011 alle ore 11:05 _
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In una
puntata dei Simpson, Homer dà sfoggio di grande conoscenza del suo lavoro correggendo un ufficiale della marina circa la pronuncia corretta di "nucleare":
Nuculare, si pronuncia nuculare...
Con i dovuti distinguo (Homer ha la pelle gialla, per dirne uno) è più o meno questa la figura che taluni personaggi politici del nostro paese stanno facendo in questi giorni, impegnati a difendere ciò che già da prima era difficile da difendere e che all'indomani della tragedia giapponese è ormai completamente indifendibile.
Personalmente ho sempre propeso per il "no al nucleare" e se qualcuno oggi mi dovesse chiedere cosa ne penso, risponderei esattamente come sta facendo Mario Tozzi in questi giorni: piuttosto sconcertato.
"Sono degli irresponsabili. Parlassero di meno e studiassero di più".
Mario Tozzi, maître à penser e mezzobusto televisivo dell'ambientalismo italiano, non usa mezzi termini nel commentare le reazioni di casa nostra al terremoto giapponese e alla minaccia di disastro nucleare. Le dichiarazioni dei vari
Fabrizio Cicchitto e
Pierferdinando Casini, a Tozzi non sono proprio piaciute. E' un fiume in piena: "C'è da rimanere allibiti. Questi politici fanno finta di esser dei teorici di fisica nucleare. Non hanno nemmeno la decenza di usare la cautela che in situazioni come questa dovrebbe essere d'obbligo".
Non parlate a Tozzi poi dell'editoriale di oggi del Messaggero a firma di
Oscar Giannino. Un articolo che ha scalato la classifica delle dichiarazioni al buio che poi sono state clamorosamente smentite. Il giornalista scriveva che quanto accaduto in Giappone era "la prova del nove" della sicurezza dell'energia prodotta dall'atomo. "Che figura miserrima quella di Giannino - attacca Tozzi - Ma a una cosa è servita: a smascherare l'abitudine italiana di salire in cattedra e di parlare di cose che non si conoscono".
Di fronte alla minaccia di un disastro nucleare, la parola d'ordine della lobby nucleare nostrana è minimizzare. "Anche l'incubo che sta vivendo il
Giappone in queste ore con il danneggiamento di un reattore - continua il giornalista - in Italia viene declinato a mero strumento di propaganda politica e ideologica. Difendono l'atomo solo perché non possono tornare indietro".
Secondo il conduttore di "Gaia, il pianeta che vive" (che tornerà in onda su
Rai Tre a partire dal 31 marzo) le bugie più macroscopiche della lobby pro-atomo sono due: la
sicurezza e
l'economicità di questa fonte di energia. Che la tragedia giapponese le sta drammaticamente mettendo a nudo.
"Le centrali nucleari giapponesi - spiega Tozzi - sono state costruite per sopportare un terremoto di
8,5 gradi della
scala Richter. Poi cos'è successo? E' arrivato un sisma di
8,9 e le strutture non hanno retto". Le centrali italiane saranno costruite per resistere a delle scosse di circa 7,1 gradi, ma, come sostiene Tozzi, "chi ci assicura che un giorno non arriverà un sisma più potente?". Nessuno, appunto. Perché i terremoti sono fenomeni che non si possono prevedere. Inoltre il disastro giapponese è avvenuto nel paese tecnologicamente più avanzato del mondo. A Tokio infatti è radicata una seria cultura del rischio che è frutto di una profonda conoscenza di questi fenomeni. "Con quale faccia di tolla i vari Cicchitto ci vengono a vendere l'idea che in Italia, in caso di terremoto, le cose possano andare meglio che in Giappone? Il terremoto dell'
Aquila se si fosse verificato in Giappone non avrebbe provocato neanche la caduta di un cornicione. Da noi ha causato 300 morti. Chi può credere alle farneticazioni sulla sicurezza del nucleare italiano?", chiede sarcasticamente Tozzi. E' vero che l'incidente nucleare è più raro, ma è altrettanto vero che è mille volte più pericoloso. E il caso giapponese, secondo Tozzi, è da manuale: "Se a una centrale gli si rompe il
sistema di raffreddamento diventa esattamente come un'enorme bomba atomica. Forse è questa la prova del nove di cui parla Giannino".
E poi c'è la questione della presunta economicità dell'energia prodotta dall'atomo. "I vari politici e presunti esperti - argomenta Tozzi - si riempono la bocca dicendo che il kilowattora prodotto dall'atomo è più economico di quello prodotto dalle altre fonti. Ma non è vero. Noi sapremo quanto costa realmente solo quando avremo reso inattivo il primo chilogrammo di scorie radioattive prodotto dalle centrali. E cioè fra 30mila anni". Secondo il giornalista, la lobby che vuole il ritorno del nucleare propaganda la sua convenienza economica senza tenere conto dell'esternalità, e cioè dei costi aggiuntivi che ne fanno lievitare il prezzo. Che vanno dallo smaltimento delle scorie (problema che nessun paese al mondo ha ancora risolto definitivamente) ai costi sociali ed economici di un eventuale incidente. "Sono soldi che i nuclearisti non conteggiano - dice Tozzi - perché sono costi che ricadranno sui cittadini e sulle generazioni future".
Il 12 giugno è in programma un referendum che, fra le altre cose, chiede l'abrogazione del ritorno all'atomo dell'Italia. Il rimando a quanto successe a
Chernobyl nel 1987, alle grandi mobilitazioni antinucleariste fino al referendum che sancì l'abbandono dell'energia nucleare è quasi d'obbligo. Ma a Mario Tozzi il paragone non convince: "Veniamo da 25 anni di addormentamento delle coscienze. Oggi abbiamo gente come
Chicco Testa e
Umberto Veronesi che fanno i finti esperti e spot ingannevoli che traviano l'opinione pubblica". Insomma, il legame fra l'incidente che scosse le coscienze e il voto popolare che funzionò nel 1987, oggi potrebbe fallire. Ma il 12 giugno non si voterà solo per dire no all'atomo. I cittadini saranno chiamati anche ad esprimersi contro la privatizzazione delle risorse idriche e contro la legge sul legittimo impedimento. Temi che, affianco al no all'atomo, potrebbero convincere i cittadini ad andare alle urne. E consentire alla tornata referendaria di raggiungere il quorum.
Ad ogni modo fortunatamente i giapponesi ci sanno fare, e la centrale è sotto controllo. Ci sono state delle piccole fughe di elementi radioattivi, ma facevano parte di un processo di raffreddamento di emergenza, e una piccola quantità di Cesio è fuoriuscita nell'atmosfera. Va bene parlarne, va bene affrontare il tema, ma non dimentichiamoci di quello che sta vivendo il Giappone in questo momento:
scosse sismiche, incendi, inondazioni, popolazione senza casa, città sommerse o spazzate via. Il vero dramma è quello, occhio a non strumentalizzare la questione nucleare o a creare allarmismi inutili.A tal proposito suggerisco questa lettura:
http://www.appuntidigitali.it/15190/terremoti-ed-energia-nucleare-il-caso-della-centrale-di-fukushima/.
PS: risponderei esattamente così ad eccezione di quella cosa degli "8,5 gradi della scala Richter", chiaramente un errore di trascrizione (è una scala logaritmica).
AGGIORNAMENTO 15/03/2011 - La situazione si sta evolvendo (non benissimo, a dire il vero), e a questo punto, per evitare di incappare in errori di valutazione o eccessi di emotività giornalistica, suggerirei di leggere gli aggiornamenti da fonti scientifiche e tecniche, come questa:
http://mitnse.com.
Una piccola informazione per i vostri usi.
Il terzo reattore della centrale nucleare giapponese di Fukushima-Daiichi, dove stanotte si è verificata un’esplosione che sta facendo tremare il mondo, è alimentato con combustibile Mox. Il Mox è una miscela di uranio impoverito e plutonio, che il politico ambientalista americano Ralph Nader ha definito “la sostanza più tossica conosciuta dall’uomo”. Al momento, ci sono sospetti che il plutonio della centrale sia stato esposto quasi integralmente, dopo che il livello dell’acqua è sceso di tre metri. Un incidente in una centrale così alimentata, significa il rilascio di più elementi tossici, livelli superiori di radiazioni, una zona da evacuare di dimensioni doppie.
Le centrali nucleari di terza generazione, quelle che dovranno essere costruite nel nostro Paese, e che i nostri politici in televisione stanno sbandierando come molto più sicure delle obsolete centrali nucleari di seconda generazione inclusa Fukushima, sono alimentate con combustibile Mox. Le centrali di quarta generazione, invece, non esistono ancora.
Fine della piccola informazione. Fatene ciò che volete.