_ scritto il 30.03.2011 alle ore 13:27 _
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Sebbene tenda generalmente a non vedere di buon occhio le raccolte di scritti di un autore deceduto (perché il pericolo di speculazione è sempre in agguato), quando ho saputo dell'esistenza de "Il Salmone del Dubbio" non ho indugiato neanche per un minuto. La ricerca non è stata del tutto facile, a dire il vero: trattandosi di un volume piuttosto raro della (mitica) serie Urania, ci ho messo un bel po' per trovarlo. Se ne è valsa la pena? Oh sì, nella maniera più assoluta. Vale ognuno dei quasi 40 Euro che mi è costato, e l'avrei pagato molto di più, se fosse stato necessario. Perché questo libro
è Adams, né più né meno.
Si tratta di una raccolta di lettere, appunti, articoli, email, persino alcuni capitoli di un libro incompiuto che Douglas stava scrivendo poco prima di morire. Ritagli di vita, considerazioni personali, curiosità, interviste, saggi, interventi a conferenze, e molti altri aspetti della sua persona si fondono in questo volume grazie al fantastico lavoro dei curatori, e anche degli amici e della moglie che hanno collaborato. Da profondo estimatore di Adams quale sono, vi posso assicurare che
leggere questo libro fa dannatamente male. Pagina dopo pagina ci si rende sempre più conto di quanto il mondo abbia perso dopo la sua morte e ogni parola contribuisce a delineare i contorni di una persona che non potrà più regalarci nuove emozioni.
Leggere del suo rapporto con la tecnologia, ad esempio, è interessantissimo, perché molte delle idee e delle aspettative che aveva 20 anni fa, adesso esistono davvero, e allora viene naturale immaginare come avrebbe reagito di fronte ai nuovi smartphone, o ai netbook, o ancora a tutti gli enormi passi avanti che sono stati compiuti in questo ambito negli ultimi 10 anni. Poi ci sono articoli come
questo, in cui tratta gli argomenti più disparati con inconfondibile stile e intelligenza, che ti fanno rimpiangere di non avergli potuto neanche stringere la mano. O piccoli capolavori, come la prima lettera che Adams ha scritto all'età di dodici anni.
La cosa più dolorosa rimane comunque leggere i pochi capitoli del nuovo romanzo che DNA stava scrivendo ("Il Salmone del Dubbio", appunto) ritrovati sparsi tra i suoi Hard Disk. Ed è inutile ripetersi, dopo ogni pagina, che quello sotto i nostri occhi è un lavoro incompiuto, perché si finisce inesorabilmente per entrare nelle sue alchimie, affezionandosi - come succede sempre - ai personaggi e allo stile dell'autore, per poi rimanere letteralmente fulminati dalla brusca fine di tutto. Il che, purtroppo, è anche tristemente metaforico.
Un libro che va letto per capire ancora più a fondo il vuoto che si è andato a creare da quell'11 maggio 2001.
42.
[Citazioni:
ispirazione]
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