_ scritto il 20.08.2011 alle ore 14:37 _
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Della recente intervista di Concita De Gregorio a Piero Marrazzo volevo focalizzarmi su uno degli aspetti che ha suscitato maggior sdegno nell'opinione pubblica: quella sorta di
provocazione nei confronti di tutte le donne italiane, mortificate nella loro
naturale attitudine di mamme e mogli. Il rifugiarsi tra le braccia di una transessuale per trovare conforto e comprensione femminili sembra voler suggerire alla donna che lei non è (più?) in grado di svolgere questo ruolo.
[...]
"So che non è bello da sentire e non è facile da dirsi, ma una prostituta è molto rassicurante. È una presenza accogliente che non giudica. I transessuali sono donne all'ennesima potenza, esercitano una capacità di accudimento straordinaria. Mi sono avvicinato per questo a loro. È, tra i rapporti mercenari, la relazione più riposante. Mi scuso per quel che sto dicendo, ne avverto gli aspetti moralmente condannabili, ma è così. Un riposo. Avevo bisogno di suonare a quella porta, ogni tanto, e che quella porta si aprisse".
[...]
"Io non sono omosessuale. Non ne faccio un vanto, ma non lo sono. È così. Ho amato solo donne. Moltissimo, e con frequente reciprocità. Dai transessuali cercavo un sollievo legato alla loro femminilità. Il fatto che abbiano attributi maschili è irrilevante nel rapporto, almeno nel mio caso. Non importa, non c'è scambio su quel piano. È il loro comportamento, non la loro fisicità, quello che le rende desiderabili. Ma temo che ogni parola possa suonare come una giustificazione: non è quello che voglio.
Secondo me le trans non sono "donne all'ennesima potenza", ma persone in cui, a fianco di una
parte femminile preponderante, convive una sorta di
empatia maschile. E credo sia proprio questa essenza la causa principale di quella presunta capacità di accudimento e comprensione che trasmettono. Sanno cosa vuole l'uomo perché conoscono il suo
modo di ragionare e le sue esigenze. Oltre a questo c'è anche una ragione prettamente economica: una persona che viene pagata per "prendersi cura" di un'altra persona è ovvio che faccia di tutto per accomodarla, accudirla e farla sentire "coccolata". Direi che quella è una parte molto importante del servizio offerto.
Le donne che si sono indignate per questo non dovrebbero nemmeno sentirsi chiamate in causa, perché, in un certo senso, si tratta di una questione tra parti maschili. Se Marrazzo avesse semplicemente dichiarato che gli piace il sesso trasgressivo con le trans, ne sarebbe uscito in modo molto più dignitoso. Questo suo continuo sottolineare la sua mascolinità ed eterosessualità, come a voler lanciare il messaggio "Ehi, tranquilli maschi, io fuori da quella porta sono normale come voi!", è semplicemente ributtante. Per non parlare poi del fatto che non appena era scoppiato lo scandalo lui ha bellamente cercato di farla franca negando tutto. Ipocrisia pura.
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Sono sempre molto sorpreso di come una categoria di persone si autogiustifichino facendo ricorso alla macchina del fango. Il problema non è la macchina del fango, che sicuramente è un problema, ma viene dopo. Prima, in casi come questi, viene l'etica. L'etica di un uomo, l'etica di un politico, l'etica di un amministratore.
L'etica di un uomo, con i suoi doveri verso la famiglia. Non è stato costretto con la forza a riprodursi, ma se lo ha fatto non può, in considerazione del fatto che "è stanco e stressato", compiere atti che possono provocare sofferenza ai figli. E non ne faccio una questione di trans o puttane, ne faccio una questione di rispetto per la madre dei suoi figli; il venir meno di questo rispetto provoca sofferenza.
L'etica di un político, eletto da persone per le quali si presuppone che rappresenti qualcosa, un'idea, un sistema valoriale. All'interno di questo sistema valoriale il sesso non si paga, né omo né etero né trans. Non si paga e basta, e come sempre più spesso si dimentica, chi guida dovrebbe essere da esempio. E qualora non ci si riconosca in quel sistema valoriale, almeno si facciano le cose per bene. C'è anche questo, nell'etica della politica. In questo caso si può pensare che si scivoli, ma almeno lo si faccia con le cautele del caso, non "parcheggiando la macchina di servizio lontano".
L'etica dell'amministratore, che non si rende ricattabile dal primo venuto.
Questi comportamenti sono ascrivibili all'ebbrezza del potere, in forza della quale in una posizione di potere qualunque abuso è consentito, qualunque comportamento è consentito, qualunque nefandezza è consentita (ivi compresa quella di negare l'evidenza come giustamente messo in risalto).
Povera patria, come disse Bennato quattro lustri fa. Sempre peggio.