_ scritto il 03.08.2012 alle ore 11:15 _
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Intervista di Sette a Mario Monti
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Che messaggio si sente di dare a quei 30-40enni italiani che sono in grande difficoltà, a coloro che sono stati definiti la "generazione perduta" in termini di mancato inserimento nel mondo del lavoro?Le risposte corrette l'Italia avrebbe dovuto darle dieci, venti anni fa, gestendo in modo diverso la politica economica, pensando di più al futuro e un po' meno all'immediato presente. Alcide De Gasperi diceva che il politico pensa alle prossime elezioni, mentre l'uomo di Stato pensa alle prossime generazioni. Lo sottoscrivo. Quindi la verità, purtroppo non bella da dire, è che messaggi di speranza - nel senso della trasformazione e del miglioramento del sistema - possono essere dati ai giovani che verranno tra qualche anno. Ma esiste un aspetto di "generazione perduta", purtroppo. Si può cercare di ridurre al minimo i danni, di trovare formule compensative di appoggio, ma più che attenuare il fenomeno con parole buone, credo che chi in qualche modo partecipa alle decisioni pubbliche debba guardare alla crudezza di questo fenomeno e dire: facciamo il possibile per limitare i danni alla "generazione perduta", ma soprattutto impegniamoci seriamente a non ripetere gli errori del passato, a non crearne altre, di "generazioni perdute".
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